Parlare di se stessi, non è facile, e io cosa posso dire di me? Amo l'Arte in tutte le sue forme,pittura, scultura, musica...Tutto quello che fa bene agli occhi,alle orecchie e al cuore fa parte integrante della mia vita e del mio modo di vivere. Ho chiamato questo mio blog "I sentieri dell'Arte", proprio perchè su questi "viottoli" incantati possiamo trovare tante piccole cose che ci riconciliano con il mondo intorno...almeno così è per me! Mi basta guardare un quadro o ascoltare un po' di buona musica per ritrovare la serenità, e non è necessario che questi siano un Renoir o una sonata di Mozart, basta che siano delle belle cose da vedere e da ascoltare. Spero di condurvi nel mio mondo nel miglior modo possibile...Patrizia

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16 ottobre 2010

Decorazione: il maestro delle luci e delle ombre...Caravaggio



L'opera che ho usato per la realizzazione di questo grande piatto è una delle prime tele dipinte da Caravaggio a Roma: il "Fruttarolo".
L'esecuzione nel suo insieme, presentava varie difficoltà,non tanto nella scelta e nel ritaglio dell'immagine, ma quanto alla scelta del supporto che non volevo fosse banale e scontato come possono esserlo una tavola o una tela.Ho trovato in questo grande piatto in terracotta (cm 50 di diametro)lavorato con una bella cornice di frutta a bassorilievo, la base ideale per l'idea che mi girava in testa. Ho preparato accuratamente la base per accogliere la pittura dello sfondo: ricreare le luci e le ombre del Caravaggio, non dico che sia quasi impossibile, ma è una bella sfida...mi sono venuti in aiuto i tanti anni passati a dipingere ad olio...
Creato lo sfondo,ho posizionato il ritaglio in un unico pezzo e iniziato l'annegamento: tante e tante mani fino alla scomparsa dello scalino della carta e dopo ho fatto la doratura a foglia oro della falda sbalzata, brunito e lucidato con la pietra d'agata.Ho impreziosito il retro con un craquelè finissimo color oro su base nera.Questo lavoro è andato in Certificazione Découpage Italia nel 2008 premiato con una coccarda Arancione e si è classificato al Primo posto di un concorso su una rivista specializzata italiana.




Un po' di storia...

Adoro Caravaggio! Il suo tormento,la sua continua ricerca della semplicità nelle cose piu' sublimi e mistiche..
La sua vita si dibatte tra cronaca nera e grandezza artistica, genio amato, maledetto,contrastato , esaltato e perseguitato dai suoi contemporanei...troppo avanti, troppo oltre le vedute ristrette e compiacenti di un'epoca che gli stava stretta.Imbarazzante il suo talento,oltraggiosa la sua pittura che metteva a modello gente delle bettole che frequentava per raffigurare madonne e santi...blasfemo!
Ma erano visi veri, rughe scavate dalla miseria e dagli affanni di una vita che li privava di ogni cosa, piedi sporchi e sudici che fecero gridare allo scandalo i prelati che gli avevano commissionato la "Madonna dei Pellegrini"...
La morte raffigurata nella sua crudezza e realtà nella "Resurrezione di Lazzaro"; un Lazzaro ancora morto e inerte e che ebbe come modello un cadavere vero, provocando comprensibili malumori nelle altre comparse di questa tela e soprattutto degli uomini che sorreggevano il corpo...
La morte: tema amato dal Caravaggio, egli stesso si raffigura nella testa mozzata del gigante Golia, tenuta stretta per i capelli dal pugno di Davide. La sua unica firma nel rivolo di sangue che esce dal collo mozzato di un condannato a morte!
Di esecuzioni pubbliche in quell'epoca di certo le autorità no ne lesinavano, erano sempre degli eventi molto pubblicizzati e il pubblico non mancava mai...anche il giovane Michelangelo Merisi da Caravaggio, appena arrivato a Roma assistette ad un'esecuzione celebre: quella della giovanissima Beatrice Cenci, e ne fu talmente colpito che il tema della decapitazione ricorrerà spesso nei suoi quadri.
Cresciuto e maturato in mezzo a tanta violenza, diventò egli stesso violento,un uomo dalla doppia anima, meraviglioso artista ispirato da Dio e uomo misero, collerico e in questa dualità vi è la lettura della sua opera: siamo soli, davanti al mistero della vita e del destino,alla miseria e all'eternità dell'uomo.
Caravaggio ci invita ad entrare nei suoi quadri, senza filtri,come fa lui stesso raffigurandosi in alcune tele ma in posizione defilata, come se fossimo noi stessi spettatori di quella scena "in quel momento" un'istantanea di un attimo di vita non nostra, ma a cui siamo stati invitati a partecipare....
Le ombre di Caravaggio sono luminose come le sue luci, non è un controsenso, nell'ombra si dipana una vicenda che si presenta chiarissima,i personaggi sono nitidi anche al buio; la mano del Cristo che ordina a Lazzaro di tornare in vita è il centro della scena, eppure non è in primo piano, stessa cosa per la "Vocazione di San Matteo":il Cristo in penombra tende la sua mano verso Matteo seduto al tavolo, nella luce piena che entra da una finestra e che con sguardo interrogativo sembra chiedere "...chi...io?"
Luci ed ombre, proprio com'è stata la sua breve vita: illuminata dalle opere sublimi che ci ha lasciato e oscurata dalle ombre violente che lo portarono prima in esilio, condannato a morte, e proprio quando fu graziato nel suo viaggio di ritorno in Italia,ebbe la sventura di essere scambiato per un altro e imprigionato.Rimane in prigione due giorni, poi riesce a dimostrare la sua identità, ma è troppo tardi, viene colto dalla febbre malarica e muore solo, sulla spiaggia di Porto Ercole. Per secoli si è detto che fosse stato ucciso durante un diverbio con un altro "galantuomo", ed invece dove non potè la spada o il pugnale potè la malattia.
Era il 18 Luglio 1610:aveva 39 anni. I pittori di tutta Europa avevano già cominciato ad accogliere le novità del suo stile, grazie a lui era nata un'arte nuova, ma Michelangelo Merisi da Caravaggio non aveva fatto in tempo ad accorgersene.

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